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Biografie

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In "Anime inquiete" Piero Borzini dà voce a quelle donne che, tra la fine del Seicento e gli inizi del Novecento, contravvenendo alle norme sociali che pretendevano di relegarle alla vita domestica, intrapresero avventurosi viaggi in solitudine. La prima parte del saggio è dedicata a Ida Pfeiffer, esploratrice austriaca del Diciannovesimo secolo che realizzò per ben due volte il giro del mondo e si rese coautrice di travagliati intrighi politici. Al suo punto di vista si accostano altri sguardi, altre penne che attraversano secoli e continenti, vicende pubbliche e private di donne come Madame de Staël, Florence Nightingale, Henrietta Kingsley e Mary Shelley. Da Costantinopoli all'Italia, da Londra al Madagascar, passando per l'Egitto e l'India fino ai misteri degli harem e ai pericoli della giungla, il lettore salpa insieme alle protagoniste diventando loro compagno di peripezie. Unendo le testimonianze dirette dei diari delle viaggiatrici - alcuni tradotti in italiano per la prima volta - alle proprie considerazioni socio-antropologiche, Borzini ricostruisce storie di difficile reperibilità che consentono sia a studiosi sia ad appassionati di osservare questo suggestivo caleidoscopio femminile.

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8 maggio 1900: un uomo sta salendo su un treno per Londra, dove terrà una conferenza sull'ereditarietà dei caratteri delle piante. Porta con sé, per poterlo leggere durante il viaggio, l'articolo di un poco noto ricercatore cecoslovacco - Gregor Mendel - riguardo ai risultati di una ricerca sui caratteri dei piselli. Sceso dal treno, sa di aver trovato le risposte a molte domande nate nella sua attività di ricercatore. Quest'uomo, dal carattere burbero e spigoloso, grande sostenitore del diritto allo studio delle donne, fondò a Cambridge la prima Scuola di Genetica del mondo: il suo nome era William Bateson. In queste pagine si raccontano le vicende scientifiche e umane dello studioso che chiamò "genetica" la disciplina che avrebbe cambiato la sua vita e la nostra.

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Semmelweis è passato alla storia con le stigmate dell'eroe per il suo grande contributo alla medicina moderna, un Santo che combatte fino allo stremo contro gli ottusi poteri contrari ad accogliere le sue tesi e le sue pur efficacissime misure profilattiche.  come altri eroi della scienza però, eroe lo divenne suo malgrado: si venne a trovare in una frattura della storia in cui le vecchie idee si scontrano con le nuove e i vecchi paradigmi — scientifici, politici e ideologici — cominciano a cedere. Tra i due fuochi della vecchia medicina galenica e la nuova medicina scientifica, si schiera per il nuovo: il suo operato fu la dimostrazione dei frutti che la medicina poteva ottenere abbracciando la nuova metodologia scientifica. Le sue idee furono però rifiutate; lui stesso fu rifiutato. Ma chi paga il contributo più alto furono le migliaia di donne che, a un passo dalla possibile salvezza, furono respinte indietro dallo scontro tra un nuovo che avanzava troppo in fretta e un vecchio che non riusciva ad adeguarsi. 

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